mercoledì 4 giugno 2008

Cave, sul progetto Fassa cittadini «in trincea»

PREVALLE. L’assemblea con i rappresentanti dell’azienda titolare delle concessioni
di Luca Cortini
Venerdì scorso nel municipio di Prevalle è stata convocata un'assemblea sulla questione spinosa delle cave. Per la precisione, l'amministrazione civica, i comitati, i privati cittadini e la proprietà dei siti erano chiamati a confrontarsi sul progetto del nastro trasportatore che dovrebbe collegare i due Ambiti territoriali estrattivi dislocati sui fianchi del monte Budellone, al confine fra Gavardo, Paitone e Prevalle, intorno al pregiatissimo monumento naturale costituito dalla grotta del «Buco del frate».L'OPERAZIONE ha già impegnato in accesi dibattiti le amministrazioni, la Provincia, la Regione e la ditta Fassa Bortolo, titolare delle concessioni per gli Ate 9 (Gavardo) e 24 (Prevalle e Paitone). Il problema è quello di convogliare il pietrisco estratto sul lato gavardese verso il bacino calcareo opposto, dove c'è un frantoio. L'azienda vorrebbe realizzare il «collegamento tecnologico», ma ha fino ad ora incontrato forti resistenze, per i potenziali danni all'ambiente. Protagon ista dell’ultima assemblea è stato l'ingegner Giuseppe Magro, fra i maggiori esperti nazionali nelle valutazioni di impatto ambientale, incaricato dalla Fassa di analizzare il progetto del nastro trasportatore confrontandolo con l’opzione di utilizzare i camion. «SONO qui per raccogliere informazioni da voi, per poter lavorare nel modo più completo possibile» ha detto Magro, che ha poi illustrato nel dettaglio il sistema di valutazione, comprendente in generale non solo varie le previsioni di impatto e inquinamento, ma anche le possibili soluzioni di mitigazione, compensazione e ripristino. L'impressione però era che la gente volesse qualcosa in più, o meglio, qualcosa di diverso. In sostanza la serata è diventata comprensibilmente una buona occasione per confrontarsi non tanto con Magro, ma, tramite lui, con la Fassa, presente con alcuni rappresentanti. Sono emersi così tutti i disagi causati dalle cave, in particolare quelli degli abitanti di Pospesio, frazione di Paitone a poche decine di metri dall'Ate 24: scoppi di mine (che causano danni materiali e psicologici), inquinamento e degrado ecologico. Insomma, l'incontro ha più che altro dimostrato che la popolazione ha ben poche intenzioni di discutere: se potesse, probabilmente fermerebbe per sempre i cavatori, costretti ad ammettere che alla base di tutto c'è la loro convenienza economica. L'unica novità positiva è che il nastro non verrà comunque costruito in galleria.