lunedì 14 giugno 2010

Il rapporto genitori-figli adolescenti - Verso un benessere possibile o verso la resa definitiva?

Una professione difficile quella di genitore. E lo diviene ancora di più quando i figli sono adolescenti. Ragazzi in viaggio verso se stessi. Ragazzi che sanno stupire, ferire, perdersi e ritrovarsi a modo loro, che vogliono amore ed essere amati, che sanno pretendere, abbandonare e ricriminare. Ragazzi e ragazze insoddisfatti, curiosi, irriverenti, testardi e diffidenti, vogliosi e timorosi di provare, magari di sbagliare o di farsi abbagliare. Ragazzi, a volte, tristi e disperati, che, quasi sempre, sanno crescere e cambiare.

Le domande ricorrenti che si pongono molti genitori in situazioni difficili sono:

· “cosa possiamo fare?”

· "in che cosa abbiamo sbagliato?"

· "quali sono i motivi del comportamento di nostro figlio?"

Sono noti alcuni comportamenti a rischio, apparentemente contrapposti negli adolescenti, tra cui i sentimenti di ineluttabilità, di insopportabilità degli eventi; atteggiamenti di autosvalutazione o di ipervalutazione di sè accompagnati da esagerate e fumose aspettative che vanno da un'irremovibile passività ad un frenetico attivismo che tutto tocca e niente coglie. Da qui può nascere una sensazione di vuoto interiore, una sensazione di avere tutto e non riuscire a godere di niente, con conseguente bisogno di amplificare sempre di più gli stimoli per poterne percepire il senso, il gusto. Nasce così un'ansia di rischio, di distruzione o autodistruzione che ricorda le corse in auto del sabato sera, le pietre lanciate dai ponti sulle autostrade. Centinaia di decibel nelle orecchie non bastano più, e allora si vuole acuire la sensazione con sostanze di ogni tipo. Come dice un mio caro amico "quello che non si può fare con l'anima lo si cerca nella chimica".

Altri comportamenti a cui dedicare attenzione sono le abitudini a far dipendere il proprio divertimento esclusivamente dalle cose svalutando le proprie risorse inventive e, soprattutto, emotive. Oppure l'anticipare comportamenti che vorrebbero apparire adulti, ad esempio precoci tentativi di indipendenza abitativa, affettiva, sessuale, seguiti da altrettanti repentini fallimenti. Il ragazzo, o la ragazza, sembra che diventi improvvisamente adulto. Assume in modo caricaturale tutte le sembianze di comportamento degli adulti. Questi cambiamenti grotteschi, istantanei, paradossalmente possono sedare l'ansia, in quanto contengono un messaggio gattopardesco: fingere di cambiare tutto per lasciare tutto come prima, vado, fallisco e torno.

Cosa vuol dire intervenire in queste situazioni?

Come genitori possiamo intanto notare questi comportamenti al loro nascere, farli notare ai figli, confrontarsi dentro e fuori della coppia genitoriale, per imparare a cogliere le situazioni comuni, per imparare anche dagli altri e per aiutarsi reciprocamente.

Come genitori dobbiamo imparare a non assecondare questi comportamenti, trovando il modo di contrastarli.

Contrastarli può significare provare a rendere gratificante, nel rispetto del gruppo, la vita dei singoli appartenenti alla famiglia. In questo modo i genitori potrebbero svolgere una promozione delle risorse adolescenziali almeno in tre modi:

1) favorendo la comunicazione e il confronto sulle reazioni emotive, ma anche la possibilità di individuare e verificare modalità alternative, così da ampliare il repertorio espressivo adatto a manifestarle. Ad esempio, il ragazzo che si allontana da scuola per una frustrazione subita, va aiutato ad esprimere tutti i sentimenti legati a questa situazione, così come va aiutato a trovare e provare modi alternativi di reagire all'evento, diversi dall'abbandonare la scuola, imparando a bilanciare per ogni scelta piaceri e fatiche.

2) evidenziando la connessione tra scelte e stati d'animo e sollecitando il superamento dei modi irrazionali di pensare, imparando a guardare le esperienze che si sono già avute in prima persona e quelle attraversate da altre persone, con l'obiettivo di cogliere se il gioco vale la candela.

3) stimolando la formazione di un sistema di riferimento individuale, in modo da creare i presupposti per affrontare, senza danni, gli eventi difficili .

Il sistema di riferimento individuale, l'individuazione di un proprio stile di vita rimandano alla formazione di un proprio gusto interiore. Il gusto interiore riguarda la qualità delle emozioni percepite, la capacità di provare piacere ed entusiasmo per quanto si fa. Riguarda la capacità di impegnarsi e di proseguire in ciò che dà un senso alla propria vita, che permette di coltivare sogni e di impostare progetti, di affrontare difficoltà, di superare le perdite, di andare avanti e di provare quel piacere che procura un' intima soddisfazione.

La discussione, il dialogo in famiglia non è soltanto un mezzo per sviluppare conoscenze e consapevolezze. E' anche una delle vie (rinforzata dallo stare e fare delle attività assieme, dal coltivare degli interessi comuni, ect.) per creare senso di fiducia, affetto e senso di appartenenza. E' una delle vie per creare quelle convinzioni interiori, vere forze interne che possono poi governare il comportamento. Dentro la famiglia, infatti, i figli possono via via giungere a rappresentarsi sia le attese dei genitori circa il loro comportamento e le valutazioni che ne daranno, sia l'immagine complessiva che essi mostrano di avere di loro ( e che sentiranno di non dover smentire se positiva, o di dover modificare in meglio se incerta o negativa). Queste informazioni ed attribuzioni di significato, possono venire personalizzate, divenendo parte della propria visione delle cose e del mondo, cioè vere forze interiori che aiutano la persona a tener conto dei propri valori e a produrre comportamenti ad essi coerenti anche quando si trova sola.

A questo punto è importante ricordare che nell'età adolescenziale appaiono, da un lato, irrisolti i problemi di ricerca di una propria identità e di uno svincolo dalla famiglia. E, dall'altro, emergono tendenze contrapposte di fuga/aggressività e di rifugio/dipendenza nella famiglia.

Allora è fondamentale che i genitori imparino a cogliere i cambiamenti e le specificità dell'adolescenza, per potersi orientare verso quei comportamenti e quel clima relazionale in grado di facilitare una crescita personale sufficientemente sana ed armoniosa.

Psicologia: prevenzione ed intervento - Comunicazione e Relazione Affettiva

Una comunicazione funzionale, posta ad un livello condiviso permette al genitore di conoscere ciò che i figli sanno, i loro punti di vista, per questo motivo l'ascolto dovrebbe essere empatico e non giudicante, questo permette di capire le reali richieste dei figli rispetto alle loro conoscenze dell'ambiente circostante e rispetto al sostegno che inconsciamente richiedono ai genitori riguardo alle loro scelte e ai loro comportamenti.
Anche nelle decisioni da prendere e nella definizione delle regole è importante cercare di mantenere un atteggiamento di negoziazione. L'atteggiamento più efficace, in base all'età, potrebbe essere quello di stabilire degli orientamenti, dopo averli discussi, con i figli, cercando di arrivare a delle regole il più possibile condivise, senza imposizioni troppo rigide. Nella famiglia, il dialogo e il confronto rappresentano, un mezzo per creare senso di fiducia, affetto e senso di appartenenza.
Parlare ai figli in modo da tenere aperti i canali di comunicazione permette di superare i disaccordi.
Mettersi in una posizione di ascolto può modificare molto ciò che si vuole dire e anche il modo di dirlo.
In questo caso l'intervento psicologico propone percorsi di approfondimento e miglioramento degli stili educativi e della comunicazione in famiglia attraverso un coinvolgimento attivo e concreto.
Partendo dalle situazioni di difficoltà quotidiana si possono individuare dei percorsi per facilitare la comunicazione nel rapporto educativo con i figli, entrare in empatia con loro, acquisire abilità nell'ascolto e nella riformulazione dei messaggi, saper esprimere i sentimenti, negoziare le regole, la disciplina, educare alla gestione dei conflitti.
Favorire la comunicazione, l'espressione ed il confronto sulle diverse reazioni emotive (amore, rabbia, insofferenza,tenerezza, frustrazione, affetto, passione, attaccamento, avversione, indifferenza, solidarietà, ostilità, ecc.) dei singoli membri della famiglia, permette di individuare e verificare modalità alternative di comportamento così da ampliare il repertorio espressivo verso canali più adatti e funzionali.

a cura della
Dott.ssa Letizia Maduli


Problemi di Comunicazione -La Comunicazione Genitori-Figli

Nella comunicazione familiare il dialogo, l'ascolto, l'attenzione sono gli elementi fondamentali per la crescita, lo sviluppo e la maturità dei figli.
Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire da una dimensione di ascolto, prestando attenzione alle emozioni e alle opinioni che i figli possono esprimere.
E' una modalità di comunicazione che va costruita quotidianamente, con pazienza e attenzione, cominciando dai primi scambi verbali e non verbali.
Quando i bambini sono piccoli è importante la funzione e la modalità della comunicazione - numero di scambi, varietà di segnali, ricchezza del linguaggio - per aiutarli a sviluppare il linguaggio, le competenze comunicative e l’intelligenza.
E' fondamentale prendere seriamente quello che dice il bambino, che ha bisogno di essere ascoltato attentamente e non superficialmente.
L'essere sempre interrotto o criticato non gli permette di acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare un buon livello di autostima, ma anche, dargli sempre ragione, lasciarlo parlare continuamente quando ha bisogno di essere contenuto, non gli permettere di sviluppare un proprio senso critico e la capacità di interpretare in modo obiettivo ed equilibrato un evento, una situazione, un argomento, ecc.
Il sostegno maggiore è dato dall'essere ascoltato fino in fondo, dal sentirsi compreso, appoggiato e contenuto e dalla possibilità di confrontarsi con l'adulto quando questi ha un'opinione diversa dalla sua.
Un aspetto fondamentale della comunicazione in famiglia è l’apertura al dialogo, infatti, è possibile uno sviluppo più armonico e sereno se c’è maggiore confidenza con i genitori e se si creano situazioni in cui è possibile per ognuno raccontare le proprie esperienze, quanto accade durante la giornata; i bambini, i ragazzi risultano emotivamente più equilibrati e socialmente maturi.

Un fase dello sviluppo che mette a dura prova la comunicazione fra genitori e figli è la fase adolescenziale. La conflittualità tra i bisogni di autonomia e di protezione dell'adolescente si esprimono all'interno della famiglia attraverso nuove e diverse forme di comunicazione sia verbali come silenzi,aggressività verbale, aumento dei conflitti, provocazioni, che non verbali come modo di vestire e di atteggiarsi, rapporto con il cibo, modalità di gestire gli spazi personali.
La fase dell'adolescenza caratterizzata da comportamenti che vanno dalla solitudine all'irrequietezza, dal rifiuto delle regole familiari (fino ad allora accettate) al rifiuto scolastico, dalle nuove richieste ed esigenze relative al desiderio di avere il motorino, di andare in discoteca, di non avere orari da rispettare, comporta delle irregolarità di condotta nel contesto familiare, che rischiano di compromettere in modo drastico la comunicazione all'interno della famiglia.

Le domande più frequenti che i genitori pongono agli psicologi c/o i nostri studi e centri di psicologia riguardo alle situazioni difficili che stanno vivendo sono:

  • non riusciamo più a capire cosa vuole
  • non riusciamo più a farci ascoltare
  • cosa possiamo fare?
  • come dobbiamo comportarci?
  • come può aiutarci uno psicologo?
  • si può risolvere il problema?
  • dove abbiamo sbagliato perchè si rivolta così contro di noi?
  • perchè si comporta così?
  • è colpa nostra?
  • perchè i miei figli sono così diversi tra loro quando ci siamo comportati con entrambi allo stesso modo?
  • perchè è così svogliato, testardo, irascibile, taciturno?
  • riusciremo di nuovo ad aver un rapporto sereno con lui/lei?
  • la situazione si può aggravare?
  • come sarà da adulto?

La comunicazione fra genitori e figli può, quindi, diventare difficile, i genitori possono sentirsi insicuri, poco informati, e i figli possono sentirsi incompresi, non ascoltati, e non trovare argomenti da condividere con i genitori.
Per i genitori è importante essere flessibili e cambiare le modalità comunicative adottate: mantenere il rapporto maturato con il figlio dall'infanzia rischia, infatti, di portare incomprensioni e continue ed esasperate richieste e provocazioni da parte del ragazzo, con il rischio di compromettere il dialogo e di rompere i rapporti

(tratto da un documento di Internet in merito alla comunicazione genitori-figli)