Cave: la Fassa Bortolo presenta i suoi piani
Questa sera a Prevalle il dibattito sulle cave tornerà in primo piano, riaprendo un discorso che coinvolge da mesi anche Gavardo e Paitone, gli altri due comuni interessati dalle proposte della «Fassa Bortolo», il colosso trevigiano del cemento titolare delle concessioni sugli Ambiti territoriali estrattivi numero 24 (Prevalle e Paitone) e 9 (Gavardo), ovvero i bacini di escavazione situati sui due pendii del monte Budellone, ma soprattutto vicino al «Buco del Frate», una grande grotta di grandissimo valore paleontologico e naturalistico che è stata dichiarato «monumento naturale» dalla Regione. In estrema sintesi, la ditta di Sprediano vorrebbe costruire in quest’area un nastro trasportatore, da realizzare in parte in galleria, per convogliare il materiale estratto dall’Ate 9 verso il frantoio esistente nell’Ate 24. In prima battuta l’azienda aveva chiesto l’autorizzazione ai comuni, ricevendo un secco no da Gavardo e soprattutto da Prevalle. Poi l’azienda aveva provato a interpellare la Regione, nel tentativo d i far rientrare l’operazione in una eventuale riperimetrazione dei due ambiti interessati. Anche in questo caso nulla di fatto: il Pirellone ha rimandato la palla nelle mani delle istituzioni locali. Ora la società veneta pare essere tornata all’assalto: «Hanno incaricato dei tecnici di fare una valutazione sull’impatto ambientale - spiega il vicesindaco di Prevalle Paolo Catterina -, cercando in primis di mettere in luce la diminuzione del traffico di camion che il nastro trasportatore regalerebbe». Spiegata così, l’ipotesi del «collegamento tecnologico» parrebbe vantaggiosa, «ma i rischi di danneggiamento del sottosuolo sono grandi - prosegue Catterina -, così come la preoccupazione che dal nastro si passi in futuro a una fusione degli ambiti».Una prospettiva inquietante, visto che già ora dai due lati della montagna possono essere scavati in totale oltre otto milioni di metri cubi di pietrisco. «A questo punto abbiamo chiesto e ottenuto che la Fassa venisse a confrontarsi direttamente con i cittadini» conclude il vicesindaco. E l’azienda trevigiana lo farà questa sera alle 20.30 nel municipio di Prevalle, durante un’assemblea pubblica a cui prenderanno parte anche i comitati civici interessati. L.COR
Questa sera a Prevalle il dibattito sulle cave tornerà in primo piano, riaprendo un discorso che coinvolge da mesi anche Gavardo e Paitone, gli altri due comuni interessati dalle proposte della «Fassa Bortolo», il colosso trevigiano del cemento titolare delle concessioni sugli Ambiti territoriali estrattivi numero 24 (Prevalle e Paitone) e 9 (Gavardo), ovvero i bacini di escavazione situati sui due pendii del monte Budellone, ma soprattutto vicino al «Buco del Frate», una grande grotta di grandissimo valore paleontologico e naturalistico che è stata dichiarato «monumento naturale» dalla Regione. In estrema sintesi, la ditta di Sprediano vorrebbe costruire in quest’area un nastro trasportatore, da realizzare in parte in galleria, per convogliare il materiale estratto dall’Ate 9 verso il frantoio esistente nell’Ate 24. In prima battuta l’azienda aveva chiesto l’autorizzazione ai comuni, ricevendo un secco no da Gavardo e soprattutto da Prevalle. Poi l’azienda aveva provato a interpellare la Regione, nel tentativo d i far rientrare l’operazione in una eventuale riperimetrazione dei due ambiti interessati. Anche in questo caso nulla di fatto: il Pirellone ha rimandato la palla nelle mani delle istituzioni locali. Ora la società veneta pare essere tornata all’assalto: «Hanno incaricato dei tecnici di fare una valutazione sull’impatto ambientale - spiega il vicesindaco di Prevalle Paolo Catterina -, cercando in primis di mettere in luce la diminuzione del traffico di camion che il nastro trasportatore regalerebbe». Spiegata così, l’ipotesi del «collegamento tecnologico» parrebbe vantaggiosa, «ma i rischi di danneggiamento del sottosuolo sono grandi - prosegue Catterina -, così come la preoccupazione che dal nastro si passi in futuro a una fusione degli ambiti».Una prospettiva inquietante, visto che già ora dai due lati della montagna possono essere scavati in totale oltre otto milioni di metri cubi di pietrisco. «A questo punto abbiamo chiesto e ottenuto che la Fassa venisse a confrontarsi direttamente con i cittadini» conclude il vicesindaco. E l’azienda trevigiana lo farà questa sera alle 20.30 nel municipio di Prevalle, durante un’assemblea pubblica a cui prenderanno parte anche i comitati civici interessati. L.COR
articolo da: BRESCIAOGGI
1 commento:
imparato molto
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