La norma lo prevede nella scuola secondaria, anche se molte
scuole primarie l’hanno già realizzato: un esempio virtuoso da
seguire.
Secondo le indicazioni ministeriali (nota 31/07/2008) “il momento di sottoscrizione del
patto, deve avvenire, da parte dei genitori e degli studenti, nell’ambito delle due settimane
di inizio delle attività didattiche e ciascuna istituzione dovrà porre in essere le iniziative più
opportune per la condivisione e la presentazione del patto di corresponsabilità”.
I destinatari naturali del patto educativo sono i genitori. L’obiettivo del patto educativo, in
sostanza, è quello di impegnare le famiglie a condividere con la scuola i nuclei fondanti
dell’azione educativa. La scuola dell’autonomia può svolgere efficacemente la sua
funzione educativa soltanto se è in grado di instaurare una sinergia virtuosa, oltre che con
il territorio, tra i soggetti che compongono la comunità scolastica: il dirigente scolastico, il
personale della scuola, i docenti, gli studenti ed i genitori.
Il “patto” vuole essere dunque uno strumento innovativo attraverso il quale declinare i
reciproci rapporti, i diritti e i doveri che intercorrono tra l’istituzione scolastica e la famiglia.
La norma si limita ad introdurre questo strumento pattizio e a definire alcune
caratteristiche generali, lasciando alla libertà delle singole istituzioni scolastiche autonome
il compito di definire contenuti e modelli applicativi che devono scaturire dalle esigenze
reali e dall’esperienza concreta delle scuole, non potendo essere astrattamente enucleati
a livello centrale.
Ad esempio, a fronte del ripetersi di episodi di bullismo o di vandalismo, ritenendosi di
orientare prioritariamente l’azione educativa al rispetto dell’ “altro”, sia esso persona o
patrimonio, la scuola opererà su un doppio versante:
- da un lato potrà intervenire sulla modifica del regolamento d’istituto individuando le
sanzioni più adeguate,
- dall’altro, si avvarrà del Patto educativo di corresponsabilità, per rafforzare la
condivisione da parte dei genitori delle priorità educative e del rispetto dei diritti e dei
doveri di tutte le componenti presenti nella scuola.
L’azione della scuola tesa alla sottoscrizione del Patto potrà costituire occasione per la
diffusione della conoscenza della parte disciplinare del regolamento d’istituto (così come
degli altri “documenti” di carattere generale che fondano le regole della comunità
scolastica, quali il Piano dell’offerta formativa e la Carta dei servizi).
Con riferimento, poi, alle modalità di elaborazione, il D.P.R. 235/2007 (comma 2 dell’art. 5
bis) rimette al regolamento d’istituto la competenza a disciplinare le procedure di
elaborazione e di sottoscrizione del Patto. Ciò significa che la scuola attribuisce la
competenza ad elaborare e modificare il patto in questione al Consiglio di istituto, dove
sono rappresentate le diverse componenti della comunità scolastica, ivi compresi i genitori
e gli studenti.
Come punto di riferimento nel definire i contenuti del patto si può tenere la Carta dei
Servizi Scolastici (DPCM 9 giugno 1995 ) che prevede che “sulla base del contratto
formativo, elaborato nell’ambito ed in coerenza degli obiettivi formativi definiti ai diversi
livelli istituzionali:
il genitore deve conoscere l’offerta formativa, esprimere pareri e proposte, collaborare
nelle attività; il docente deve esprimere la propria offerta formativa, motivare il proprio
intervento didattico, esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione.”
Altro documento molto interessante è, più recente, quello riguardante l’insegnamento di
Cittadinanza e Costituzione che afferma come “i rapporti tra scuola e famiglia sono la
prima cerniera che connette il mondo degli affetti familiari con quello delle relazioni e delle
istituzioni sociali, ossia il mondo del privato con quello del pubblico.”
Essendo riconosciuta dalla Costituzione, che responsabilizza l’intera Repubblica nei
confronti della genesi e dell’esercizio dei suoi compiti, la famiglia dovrebbe essere anche il
primo ambiente in cui si prende coscienza dei crediti e dei debiti che abbiamo nei confronti
di questo “patto fondativo”, stipulato da generazioni passate, a beneficio e per conto anche
delle presenti e delle future.
Ed è questo il vero fondamento del “patto educativo di corresponsabilità” fra scuola e
genitori, richiesto dalla normativa vigente. In questa ottica il patto di corresponsabilità
segna una tappa fondamentale, è uno strumento insostituibile di interazione scuolafamiglia,
poiché coinvolge direttamente insegnanti, alunni e genitori invitandoli a
concordare, responsabilmente, modelli di comportamento coerenti con uno stile di vita in
cui si assumono e si mantengono impegni, rispettando l’ambiente sociale in cui si è
ospitati. La valenza educativa di tale strumento sta anche e soprattutto nella possibilità di
imparare a valutare il significato delle proprie azioni in relazione alle norme che connotano
il vivere civile, e ai vantaggi evolutivi che la condotta pro-sociale comporta: fiducia in se
stessi; riconoscimento da parte della comunità del proprio valore; possibilità di fare
affidamento sugli altri in un clima di stima reciproca.
Il “Patto educativo di corresponsabilità educativa tra genitori e scuola” rischia di essere
stravolto e ridotto ad “un accordo consensuale per la riparazione dei danni” causati dai figli
agli edifici o alle strutture scolastiche. La corresponsabilità, a nostro parere, deve essere
educativa, prima che “responsabilità civile” per riparare i danni.
(a cura di Giuseppe Richiedei)
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